Ci sono ricette che non ho mai pubblicato, perché mi sembrano troppo quotidiane, quasi banali: il coniglio arrosto morto con le patate è proprio una di queste. Un piatto che appartiene talmente tanto al mio vissuto, che non mi sono mai presa il tempo per descriverlo e fotografarlo.
Poi capitano ospiti improvvisi e quasi ti scoccia di aver preparato un piatto così semplice. Questo, fino all’assaggio, perché poi cambia tutto: “E ‘un piatto pieno di poesia!”, ha sospirato il mio ospite.
Questa sua affermazione mi ha fatto rivedere questo coniglio arrosto morto con le patate, con gli occhi di un estraneo e me lo ha fatto riscoprire.
Infatti qui, si nascondono secoli di tradizioni, di amore per questa terra, di sapori e profumi che la rappresentano in pieno.
Il coniglio non proviene dal supermercato, ma dal mio zio che li alleva con l’erba del suo campo e i cereali che lui stesso coltiva. E’ cucinato con le erbe aromatiche della nostra terra, l’olio delle nostre olive macinate nel frantoio a pietra e il vino della fattoria che vedo dalle mie finestre.
Qui tutto è biologico, a km 0 e fatto con amore. Con lo stesso amore che le mie nonne e la zia Zaira, mettevano nell’arte culinaria e che spero di riuscire a trasmettere a mia figlia, perché mangiare bene, non è solo togliersi la fame, è soprattutto un modo per amarsi e per amare.
Perché si chiama arrosto morto?
Quando ero bambina, ho chiesto tante volte il perché di questo nome strano. Mi chiedevo come mai “arrosto morto”, mica potevi cucinare un animale “arrosto vivo”!
Nessuno mi ha dato mai una risposta, quindi adesso, mi sono documentata ed ho trovato una definizione dell’Artusi: “Si chiama arrosto morto o annegato, perché viene cucinato lentamente, dopo la rosolatura, con l’aiuto di un liquido”.
Infatti “l’arrosto morto” è una tecnica di cottura, utilizzata per molte carni, pollame, vitello, coniglio ed è una tecnica molto comune in Toscana nella cucina di casa.
Forse è proprio questa familiarità, che gli dona quel particolare calore, sapore, proprio il fatto che non sia un piatto per cene formali, ma da condividere solo con le persone che amiamo.
Se vi è piaciuto il coniglio “arrosto morto” con le patate, vi consiglierei di provare anche la ricetta della scottiglia, con carni miste, anche di coniglio.
Coniglio “arrosto morto” con le patate
Ingredienti
per il coniglio
- 1 coniglio
- 1/4 di limone
- 1 mazzetto di salvia
- 1 mazzetto di rosmarino
- 2 spicchi di aglio
- q.b. olio extra vergine di oliva
- 1 bicchiere di vino bianco
- q.b. di sale
- q.b. di pepe nero appena macinato
per le patate
- 1 kg di patate a pasta gialla
- q.b. olio extra vergine di oliva
- alcune foglie di salvia
- 1 bicchiere di acqua
- q.b. di sale
- q.b. di pepe appena macinato
Istruzioni
per il coniglio
- Accendere il fuoco a fiamma media e cuocere con il coperchio finché tutta l'acqua non si è assorbita. Non vanno toccate, altrimenti si rompono: quando tutta l'acqua è sparita, le patate sono cotte. Servire il coniglio insieme alle patate.
- Tagliare il coniglio già spellato ed eviscerato a pezzetti. Lavare bene sotto l’acqua corrente i pezzi ottenuti facendo attenzione ad eliminare i residui di osso che scheggia facilmente al taglio.
- In una bacinella con acqua fresca e limone, mettere a bagno una decina di minuti tutti i pezzi ottenuti, scolarli e passarli in una casseruola con l’aglio in camicia e olio extra vergine di oliva.
- Attenzione: l’olio non deve essere freddo e la carne non asciugata. Cuocere il coniglio a fiamma media, con l’aglio in camicia, foglie di salvia e rametti di rosmarino, finché non si è asciugato dall’acqua residua del lavaggio e da quella rilasciata dalla carne.
- Far rosolare delicatamente, salare e pepare. Bagnare con il vino, lasciar evaporare e servire con il sughetto creatosi nella casseruola. Per la cottura occorreranno circa 30 minuti in tutto, ma il tempo di cottura dipende dalla dimensione dei pezzi.
per le patate
- Pelare le patate lavarle e tagliarle a tocchetti, senza lavarle ancora per non togliere l'amido.
- Versarle con dell'olio extra vergine di oliva, in una teglia in un solo strato, insieme ad uno spicchio d'aglio in camicia ed alcune foglie di salvia.
- Mescolare bene in modo da ungere le patate su tutti i lati, salare, pepare e aggiungere acqua sufficiente a tenere i tocchetti di patata immersi almeno a metà.
- Accendere il fuoco a fiamma media e cuocere con il coperchio finché tutta l'acqua non si è assorbita.
- Non vanno toccate, altrimenti si rompono: quando tutta l'acqua è stata assorbita, le patate sono cotte. Servire il coniglio insieme alle patate.
Tra poco inizio a mordere lo schermo del pc mmmmm gnam gnam ottimo
lia
Trattieniti Lia, ma alla prima occasione provalo, è delizioso!!! Baci!!! 🙂
Questa ricetta è terribile in tutti i sensi, "arrosto morto" è un'espressione che più macabra non si può.
Povero coniglietto, rubato a sua madre (sempre se ancora viva) e seviziato in mille modi prima di finire nelle pance umane.
Per curiosità, mi piacerebbe sapere perché pubblichi tante ricette con versione vegan, per alleggerire la tua coscienza di cuoca o perché pensi che le persone vegan non sappiano elaborare da soli la propria cucina? Eppure ce ne sono tanti di blog solo vegetali, che pubblicano questo genere di ricette con precisi intenti etici e salutistici, e non per moda, come mi pare che stia diventando nei siti crudeli.
MaVi cucinaecozoica.com
Ciao Mariagrazia, il povero coniglietto, non è stato rubato a nessuno, è stato allevato appositamente da mio zio!!! Quindi se nessuno lo mangiava, semplicemente non sarebbe esistito. Non è stato in alcun modo seviziato e non abbiamo rovinato il pianeta per allevarlo, semplicemente perché essendo cibo, lo trattiamo con tutta la cura necessaria!
Dato che il cibo non è solo una questione di fame, ma anche di cultura, ci tengo particolarmente a portare avanti ricette che appartengano al nostro bagaglio culturale.
E sai perché pubblico ricette vegane??? Non devo scaricarmi la coscienza e neppure aderire a qualche moda stupida, hai mai sentito parlare di allergie??? Sai che molte persone non possono consumare uova o latticini perchè sono intolleranti??? Veganizzare le ricette, non serve per chi è vegano, ma per chi è costretto a cambiare la propria alimentazione, da un giorno all'altro perchè scopre di essere allergico. Tra l'altro, se vuoi salvare il pianeta ed hai tutto questa vena etica, forse sarebbe il caso che tu imparassi a relazionarti con le persone … aggredire la gente è più etico che mangiare carne??? Rifletti Mariagrazia, rifletti…
Ciao Sabrina
Mi rendo conto che nel paradigma della dominanza (dissimulata dal termine democrazia) in cui viviamo la vittima non può prendere la parola. Tu vorresti nascere se ti dicessero che però sarai decapitata dall’isis? D’altra parte senza questa decapitazione non potresti avere la vita…
Il sessismo e lo schiavismo facevano parte del modo di vita dei nostri predecessori, noi li abbiamo scartati per sempre, almeno me lo auguro. Si tratta ora di riconoscere i diritti di altri viventi. Siamo in una fase in cui non tutti sono arrivati alla stessa conclusione. Fra dieci-cento anni forse questo commento non sarà più necessario.
La mia motivazione non è solo etica, ti invito a leggere la presentazione di Cucina ecozoica. L’assassinio del coniglietto comporta un impatto ambientale pur se leggero rispetto a una mucca, molto più pesante rispetto a verdure. Inoltre mangiare carne è assodato che fa male, anche se allevata in modo “naturale”, chi si ammala pesa sul servizio sanitario nazionale, per il quale attingono anche alle mie tasse.
Una quota di aggressività necessaria alla sopravvivenza ce l’abbiamo tutti, bisogna vedere a quale scopo viene destinata. Viviamo in una società che accetta solo quella del dominatore. Ma ormai siamo in molti a contestare.
So bene che ci sono allergie e intolleranze (derivano da squilibri alimentari oltre che da inquinamento ambientale), e mi fa piacere che tu almeno in questi casi concedi la possibilità vegana. Forse però non sai che non mangiamo solo con bocca occhi e olfatto, ma da recenti scoperte anche con la memoria. Siccome tutti siamo stati allevati in un mondo onnivoro anche un vegano ha diritto alla sua quota di memoria-cibo, se vuoi saperne di più ti invito a leggere la mia ricetta “Cotechini sorridenti”.
Sarebbe carino che gli onnivori citassero le proprie fonti vegan, ovviamente quando ci sono. Non mi riferisco a te in particolare, è un discorso in generale, che trovo qui il pretesto di fare.
Grazie dell’attenzione, e spero che in futuro considererai meglio i contenuti del tuo bagaglio culturale, a me questa ricetta della tua famiglia mi ha letteralmente choccato! Ecco perché ho lasciato un commento, con cui ho espresso i miei sentimenti ed emozioni leggendola. Purtroppo sentimenti ed emozioni molto tristi, soprattutto per il contrasto che ho avvertito nel tono allegro in cui veniva comunicata al mondo la prematura morte del coniglietto, e per giunta con quel titolo funereo.
Ti ringrazio per avere risposto e non aver censurato, hai dimostrato di essere una persona rispettosa e aperta al dialogo. Terrò conto delle tue osservazioni sul mio atteggiamento aggressivo (ma a fin di bene), e spero che anche tu troverai motivi per riflettere nelle mie parole.
Mariagrazia=MaVi
cucinaecozoica.com
Ciao Mariagrazia, lungi da me censurare chi la pensa in modo diverso… quanto alle riflessioni, sicuramente il tema offre moltissimi ed interessanti spunti.
Cercavo il significato di "arrosto morto"…e sono capitata qui! 🙂
Vedi che alla fine sei conosciuta per la carne?! 😀
Un bacio!
Ciao, secondo me è solo che il tema è davvero poco trattato e quindi Google, dalla disperazione ti ha spedita qui! Essere conosciuti è altro! Sono comunque molto felice che tu sia passata. Un abbraccio!
Perché non li pubblichi Lei in un sito che apre Lei per i vegani e non dimenticare di aggiungere le foto delle foreste tagliate giù in Sud America dove bambini muoiono di fame per i vegan Europei!
Mariagrazia, da che mondo è mondo la carne l'abbiamo sempre mangiata . Non faccia tante filippiche che non servono a niente .Lei mangi ciò che vuole e lasci la libertà agli altri di fare altrettanto .Cordiali saluti