cucina toscana

Gli gnocchi di castagne, melanzane e caffè, sono la mia ricetta per un gioco che abbiamo fatto con il gruppo dell’MTC. Ma prima di darvi la ricetta, vi racconto una storia. Prima però passate da da Annalena de Bortoli del blog Acquaviva scorre per la puntata precedente. La storia Non resistette alla tentazione di sbirciare oltre la spalla dell’artista mentre dipingeva. La curiosità l’avrebbe ucciso, gli diceva sempre Fra Camillo, il suo padre spirituale: ma in questo caso non sembrava pericoloso. Il frate davanti alla tela, dava pennellate decise, sicure, che pian piano delineavano la pietanza. Strano a dirsi, ma il quadro che l’artista dipingeva erano gnocchi. Dei bellissimi, succulenti, […]

Il baccalà alla fiorentina, è per me un tuffo nel passato, ai “giorni di magro”, quando era assolutamente impensabile non rispettare i dettami alimentari che la Chiesa imponeva. La nonna Giuliana Rivedo mia nonna mettere a bagno il baccalà giorni prima, cambiare l’acqua con una minuzia certosina e togliere le lische come se da questo, dipendesse la vita dei suoi familiari.Infatti lei detestava essere ripresa o criticata. Viveva un piccolo appunto, come aver subito la gogna, perché tutta la sua vita si svolgeva in quella cucina ed il suo dovere era mandare in tavola il meglio. Niente la feriva come: “peccato sia un po’ salato” oppure “mi passi il sale

Nei miei ricordi di ragazzina, ci sono spesso le mandorle pralinate o come si dice in Toscana, l’addormentasuocere. Un po’ appiccicose, neanche belle da vedersi, ma buonissime ed estremamente pericolose. Sì perché, non è che ne mangi una e via. Sono come le ciliegie che una tira l’altra: con la grandissima differenza che queste sono mandorle (o nocciole, o noccioline americane o pinoli) caramellate, con uno spesso strato di zucchero che le rende irresistibili e piene di calorie. Quando ero piccola, vendevano questi sacchettini lunghi e stretti di “addormentasuocere” al cinema, al luna park, alle fiere paesane, si trovavano dappertutto e così le mangiavo spesso. Poi sono un po’ cadute in

Ci sono dei piatti poveri della tradizione contadina, che ancora oggi sono adattissimi da consumare e l’insalatina di ceci, forse è uno degli esempi più eclatanti. Un piatto fresco, che si mangia volentieri anche nelle giornate di calura estiva. Dal punto di vista nutrizionale, è un piatto interamente vegetale, adatto quindi anche a vegetariani e vegani, con le proteine dei ceci, le verdure ed ho aggiunto un po’ di zenzero che fa benissimo e regala il piccante un po’ limonoso che rinfresca ulteriormente. Si presta all’aggiunta di ulteriori verdure, secondo il vostro gusto e si può preparare d’anticipo. Insomma un piatto che amerete per la sua praticità, ma che è

Oggi è la giornata dello Stracotto al Chianti per il Calendario del Cibo Italiano dell’AIFB. L’ambasciatrice di oggi, Enrica Montella del blog Coccola time, ci offre questo bellissimo post. Sul sito dell’Associazione Italiana Food Blogger , Enrica racconta la storia di questo piatto della tradizione toscana. Ed io potevo esimermi dal proporre un mio personale contributo all’argomento? Non sia mai!  Sono reduce dal congresso di cucina “Gusto in scena”, organizzato dal giornalista e gastronomo Marcello Coronini. Il congresso si è tenuto a Venezia il 28 e 29 febbraio, con il tema è “La cucina senza”. L’argomento specifico del 2016, le cotture a bassa temperatura; ho quindi approfondito grazie a questo

Oggi è la giornata de gli gnudi per il Calendario del Cibo Italiano, dei quali sono l’ambasciatrice. Troverete sul sito dell’AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) la storia di questo piatto. Gli gnudi, sono un piatto della tradizione toscana, molto semplici e gustosi: il loro nome si deve al fatto di essere “nudi”, cioè fatti dal ripieno dei ravioli, senza pasta. Si presentano come delle palline di ricotta e spinaci, condite essenzialmente con burro e salvia oppure gratinate con besciamella e formaggi. Sono facili da fare, ma non si conservano, pertanto vanno preparati e cotti subito. Sul sito AIFB, ho pubblicato la ricetta dell’Artusi, qui invece vi darò la mia ricetta,