Sono golosissime palline di pasta fritta: a Firenze “coccoli o sommommoli”, in Chianti “donzelle o zonzelle” e a Prato,”ficattole”, in Lunigiana “sgabei”. L’origine del nome “Sommommolo” in Vernacolo fiorentino, significa “cazzotto”, cioè un pugno sferrato e una pallina di pasta lievitata, può somigliare ad un pugno chiuso. Ma a Firenze i sommommoli sono anche le frittelle di riso, dolci fritti tipici di Carnevale e della festa di San Giuseppe. “Coccolo” invece viene dalla loro somiglianza con le “coccole” di cipresso, ma indubbiamente queste palline sono anche coccole per il palato. A Prato sono “ficattole” perché anticamente nell’impasto c’erano i fichi, mentre non ho trovato nessuna notizia del perché qui in […]
cucina toscana
Gli spaghetti alla Boccalona, sono una fantastica ricetta delle trattorie fiorentine, non quelle” da turisti, quelle vere dove ci trovavi (il passato è d’obbligo perché sono sempre più rare!) gli “omini” più caratteristici, gli osti più straordinari e avventori talmente tipici che potevi scriverci un libro sulla “fiorentinità”. “Boccalone” in toscano vuol dire credulone, ma anche becero, ed un po’ volgarotto. Al femminile invece si indica una donna che parla (di solito per esperienza diretta!) di argomenti piccanti. Dal piccante dell’argomento sesso, alla piccantezza del piatto, il passo è breve. Quindi gli spaghetti alla boccalona, da qui il nome di una pasta semplicissima a base di pomodoro, peperoncino abbondante e
I medaglioni di filetto di Cinta senese alla birra, sono un piatto di una semplicità disarmante. Ma nello stesso tempo di una bontà che incanta. Il maiale deglassato con la birra, forma un sughetto amarognolo che si sposa magnificamente con la Cinta, già di suo saporitissima. Alcune volte mi capita di assaggiare dei piatti la cui semplicità mi disarma, perché inconsciamente faccio sempre il parallelo tra buono e difficile. Non mi spaventano le sfide culinarie, ma rimango ancora stupita dalla facilità. Questo piatto rappresenta bene quello che intendo dire. Si prepara in pochi minuti e la riuscita è garantita per tutti, anche per chi non è pratico. La cinta senese
Tipica toscana, la torta di castagne e cioccolato, è originaria dei boschi dell’Appennino. Un dolce semplice per la merenda, la colazione o come base da farcire, con un delicato sapore di castagne. La farina di castagne la rende morbida e profumata, ideale per uno spuntino. Ma è adattissima per essere riempita di creme per la sua consistenza morbida e umida. Il pane dei poveri Oggi le castagne sono un fantastico frutto autunnale che si consuma per lo più bollito o arrostito nei mesi di ottobre e novembre e poi non se ne parla più fino all’anno successivo. Ma fino a tutto il Dopoguerra, erano il prodotto fondamentale delle zone appenniniche,
La francesina La “francesina” è lo strano nome con il quale i fiorentini e i chiantigiani, chiamano il lesso rifatto con le cipolle. Il perché non è chiaro, ma l’indizio che porta in Francia, è la “boeuf miroton”, una ricetta molto simile dove le cipolle sono di peso doppio rispetto alla carne. E’ veramente anomalo che questo piatto non sia citato dall’Artusi. Il gastronomo, aveva vissuto a lungo a Firenze, ma non inserisce questo piatto nel suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”. Ma soprattutto è strano che al suo posto egli abbia inserito il “lesso rifatto all’italiana” ed uno all’inglese. C’è poi una interpretazione che individua
Gli gnudi toscani burro e salvia sono un piatto incredibile della cucina toscana, fatto di pochi e semplici ingredienti: ricotta, spinaci, uova, Parmigiano. Praticamente il ripieno dei tortelli maremmani senza l’involucro della pasta che li avvolge, da cui il nome “Gnudi”, che in toscano significa nudi. Realizzati con prodotti semplici Sono realizzati con prodotti sempre a portata di mano nella cultura contadina: spinaci, oppure bietole o erbe di campo, ricotta freschissima, uova di giornata, Parmigiano o Pecorino e un po’ di farina. Inizialmente presenti sulle tavole della Maremma, in Casentino ed in Mugello, per la facilità di reperimento della materia prima, pian piano si sono diffusi in tutta la regione. Derivano dai ravioli Gli gnudi,