Salati

I fagioli all’uccelletto, sono tipici della Toscana, in particolare dell’area del Chianti. Quando ero bambina ho chiesto spesso il perché di questo nome bizzarro, ma non ho mai avuto risposte convincenti. Perché si chiamano così? Poi da grande, studiando, ho scoperto che questo piatto è presente nel ricettario dell’Artusi, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” e il grande Pellegrino la nomina con il titolo “Fagiuoli a guisa d’uccellini”. Sottolinea poi che in alcune trattorie toscane li ha sentiti chiamare fagiuoli all’uccelletto. Secondo alcuni invece, il loro nome deriva dal fatto che gli ingredienti usati nella preparazione, cioè aglio, salvia, olio, sale e pepe, sarebbero quelli con cui venivano […]

Il roast beef alla senape è il piatto che faccio quando ho fretta , quando ho ospiti all’improvviso, o semplicemente non ho voglia di cucinare. Un piatto velocissimo che accompagnato dalla sua salsa e da una insalata, sia in estate che in inverno, garantisce un ottimo pasto. Nei mesi estivi, è buonissimo da mangiare freddo, quindi utile per essere consumato anche il giorno seguente. Questa ricetta è una variante del classico roastbeef all’inglese, talmente facile e buona che diventerà un classico anche per voi. Il roast beef all’inglese Il roast beef all’inglese è una ricetta che, come si evince dal nome, ha origini anglosassoni. Il termine inglese “roast beef” significa letteralmente

La cucina delle Langhe ha piatti che sono conosciuti in tutto il mondo. I tajarin (tagliolini) al tartufo bianco di Alba sono tra questi. Un piatto tipico piemontese, raffinato ed elegante. La storia dei tajarin I tajarin nascono nelle cucine delle cascine delle Langhe e abbiamo testimonianze che fossero già noti nel ‘400. Era un piatto da giorni di festa e da famiglie ricche, visto il numero di uova che occorrevano per la sua preparazione. I tajarin venivano in origine insaporiti con il sugo “comodino”, a base di lardo, salvia, rosmarino e rigaglie di cortile, cioè fegatini di pollo o coniglio, creste, reni, cuori e altre frattaglie. In epoca più

La trippa alla senese è uno dei piatti tipici della città del Palio. La ricetta è diversa da tutte quelle che si fanno nelle altre città italiane, perché a Siena si aggiunge la salsiccia. Quindi se come me siete nati in una cittadina della provincia di Siena al confine nord con Firenze, anche questo piatto, come tanti altri della tradizione, potreste averlo vissuto come motivo di scontro. Noi toscani infatti siamo famosissimi per le nostre lotte di campanile sugli argomenti più disparati. Trippa alla senese o alla fiorentina? A casa mia per esempio, le mie nonne, una di tradizione senese, l’altra fiorentina, si scontravano “bonariamente” su tutti i piatti tradizionali

Un piatto realizzato per l’evento digitale di Longino& Cardenal, distributori di prodotti rari e di lusso per la ristorazione, del 16 novembre 2020. Il tema della serata, l’aglio nero prodotto da Umami. L’azienda situata tra le Langhe e il Roero specializzata nella produzione di aglio nero e scalogno nero, realizzati con metodi tradizionali e con materie prime italiane di altissima qualità. L’aglio nero L’aglio nero Umami è un prodotto gourmet derivato dall’aglio bianco polesano DOP. L’azienda lo trasforma attraverso un lungo processo di maturazione e fermentazione naturale, controllando temperatura e umidità per circa un mese. L’aglio bianco durante la sua fermentazione e maturazione perde il sapore forte e pungente. Acquista intanto una texture morbida,

Semplice e fresca, la Panzanella toscana è un piatto tipico consumato da molto tempo, così tanto, che la sua origine si perde nei secoli. Sappiamo però che il cosiddetto “pan lavato”, sembra già essere presente nelle citazioni del Boccaccio nel XIV secolo. Alcuni ritengono che questo piatto abbia avuto origine dall’abitudine dei contadini di bagnare il pane troppo duro per poterlo mangiare e di condirlo con le verdure dell’orto. Altri invece, ne fanno risalire l’origine a bordo delle barche da pesca, dove sembra che i marinai utilizzassero l’acqua di mare per bagnare il pane raffermo e che poi lo consumassero con verdure di stagione. L’origine del nome Sul nome Panzanella, non