L’angel cake di Luca Montersino, perché anch’io non o saputo resistere dal rifare l’Angel Food Cake, la torta che i programmi di cucina made in U.S.A. hanno fatto conoscere in Italia e che ha fatto impazzire le food blogger. Cos’è un’Angel cake? Si tratta di un ciambellone realizzato con solo albumi, così leggero da poter essere mangiato anche se si è a dieta e così esigente da lievitare correttamente solo nel suo stampo apposito. Ma il risultato è un dolce così soffice, da sembrare una nuvola, con l’impasto così chiaro, quasi bianco. Candido come gli angeli del Paradiso! La magia delle fruste elettriche Verso la metà dell”800 l’invenzione delle fruste […]
Le pappardelle cipolla, zafferano e Parmigiano, sono un piatto che faccio spesso quando ho fretta. Naturalmente, per fare in fretta le pappardelle devo averle già fatte, ma il sugo è questione di un attimo ed è godibilissimo. Lo faccio con prodotti di assoluta eccellenza come la Cipolla di Certaldo e lo zafferano di San Gimignano DOP e questo sicuramente aiuta. Ma questo piatto straordinario, è frutto di un territorio con tradizioni agricole che arrivano direttamente dagli Etruschi. Un territorio che in epoca medioevale era già di una grande importanza a livello internazionale. Dalla Valdelsa, un lembo di terra a cavallo tra le province di Siena e Firenze, sono passati personaggi
Quando ero bambina, se capitava di andare a Siena, mia madre raccomandava di passare da Nannini a prendere una pinolata senese. Nannini (proprio lui il babbo della ormai famosa Gianna) era al tempo un famosissimo pasticcere senese che annoverava tra le specialità della tradizione: la pinolata senese. Si tratta di una crostata con la frolla montata e i pinoli, accuratamente riempita di crema pasticcera ed uvetta. Era un dolce meraviglioso che finiva in un baleno. Poi io sono cresciuta, il Nannini è invecchiato, i figli hanno fatto altro nella vita e le sue pasticcerie affidate a persone diverse dalla famiglia. Adesso uno dei dolci mitici della mia infanzia, non è
Il peposo dell’Impruneta o peposo alla fornacina è un piatto antico della cultura gastronomica fiorentina. Uno stufato di carne di manzo o vitellone, cotta nel vino Chianti e arricchita con grani di pepe. Questo stufato era conosciuto nella Firenze del Rinascimento e si narra che molto del suo successo si debba alla cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore. Filippo Brunelleschi e la Cupola Dal 1420 al 1434, Filippo Brunelleschi, architetto, lavorò alla realizzazione della Cupola del Duomo di Firenze. Oltre alla progettazione, il Brunelleschi, si occupò del cantiere e della gestione del personale. Centinaia di operai che dovevano essere quotidianamente rifocillati, senza che si perdesse troppo tempo. In
I tortelli maremmani, sono uno dei piatti toscani che amo di più. Nella loro semplicità un piatto straordinario, per me pieno di ricordi d’infanzia. La Maremma ha avuto nella mia vita toscana una importanza fondamentale: per più di vent’anni ci ho passato tutte le mie estati. Andavo al mare a Castiglione della Pescaia, che quando ero bambina io, non era un posto chic, era la Maremma vera, natura selvaggia ed incontaminata, gente semplice e genuina. Adesso, quando ci torno, mi manca un po’ il lato selvatico di questa terra. I sapori della Maremma sono legati per me, in modo indissolubile al mare ed al pesce, ma anche al cibo dell’entroterra, dove
Sono golosissime palline di pasta fritta: a Firenze “coccoli o sommommoli”, in Chianti “donzelle o zonzelle” e a Prato,”ficattole”, in Lunigiana “sgabei”. L’origine del nome “Sommommolo” in Vernacolo fiorentino, significa “cazzotto”, cioè un pugno sferrato e una pallina di pasta lievitata, può somigliare ad un pugno chiuso. Ma a Firenze i sommommoli sono anche le frittelle di riso, dolci fritti tipici di Carnevale e della festa di San Giuseppe. “Coccolo” invece viene dalla loro somiglianza con le “coccole” di cipresso, ma indubbiamente queste palline sono anche coccole per il palato. A Prato sono “ficattole” perché anticamente nell’impasto c’erano i fichi, mentre non ho trovato nessuna notizia del perché qui in